Durante la prima parte di questa lezione abbiamo ripetuto e fatto un ripasso riguardo agli esperimenti e scoperte di Lavoisier, chiarendo eventuali dubbi sulla scorsa lezione.

I risultati ottenuti da Lavoisier nei vari esperimenti della quantità d’aria, ovviamente, non sono sempre precisi: ad esempio ottiene un sesto di aria consumata col mercurio, ma lo attribuisce alla fame d’aria della sostanza.

Quindi nel 1773 si arriva finalmente alla conclusione che l’aria non è un elemento, ma che è una miscela di gas. Nel 1774 il chimico Joseph Priestley porta ad alta temperatura il mercurio e riesce ad isolare un gas, che chiama aria deflogisticata.

Lavoisier, incuriosito, eseguì degli esperimenti con l’ aria deflogistificata. Notò che essa non è solubile in acqua, non precipita ed è più attiva nella combustione. Lavoisier intuì un legame tra la cosiddetta aria deflogisticata ed i suoi esperimenti con le arie.

Dopo aver compreso che l’ aria era composta da diversi elementi, chiamò questa aria ossigeno, ossia generatore di acidi.

Il prodotto della calcinazione del rame, ad esempio, viene chiamato ossido di rame, poiché derivato dalla reazione dell’ ossigeno, che ha generato acidi, con il rame.