La povertà è il miglior riparo
Versione tradotta dal latino. Un mulo, superbo perché trasporta un carico prezioso, si espone all’ attacco di un gruppo di briganti, che, invece, risparmiano il suo compagno di viaggio, poco attraente poiché trasporta un carico d’ orzo.
Traduzione
Due muli facevano lo stesso percorso, caricati di bagagli; uno fra loro portava casse piene di denaro, l’ altro sacchi colmi di orzo.
Quello, superbo per il carico di grande valore, camminava a testa alta, agitava lo splendente sonaglio e disprezzava il compagno; questi dietro compiva un andatura calma e modesta.
Improvvisamente con un agguato irromperono i briganti: ferirono con la spada il mulo superbo a causa della ricchezza, rubarono le monete, non si preoccuparono del mulo disprezzato carico con l’ orzo.
Allora il mulo, che ricevette la ferita, piangeva la sua funesta sorte; al contrario l’ altro diceva:
Fortunatamente la cosa avvenne a me, poiché i predoni non ferirono me, ed io non persi il carico.
Così con la favola il celebre Esopo insegna ciò: le ricchezze eccitano gli uomini arroganti; i ricchi sono sempre esposti a grandi pericoli, talvolta a morte prematura; per questo motivo paure e terrori atterriscono la loro vita, invece gli uomini viventi in povertà non suscitano l’ invidia di nessun nemico e la loro vita è protetta e tranquilla.
Testo Latino
Duo (“due”, nom. m.) muli iter idem faciebant, sarcinis gravati; unus eorum fiscos pecunia plenos, alter saccos hordeo refertos portabat.
Ille, pretioso onere superbus, excelsa cervice incedebat, clarum tintinnabulum iactabat comitemque spernebat; hic post eum placidos et quietos gradus faciebat.
Subito latrones ex insidiis eruperunt: mulum ob divitias superbum ferro vulneraverunt et nummos diripuerunt, mulum vili hordeo onustum neglexerunt.
Tum mulus, qui (“che”, nom. m. sing.) vulnera acceperat, tristem sortem suam flebat; alter autem dicebat:
Res prospere mihi evenit, quod latrones me non vulneraverunt et ego sarcinas non amisi.
Hac fabella Aesopus ille id docet: impotentes hominum cupiditates divitiae excitant; divites semper magnis periculis, immaturae interdum neci obnoxii sunt; ideo agnore et pavores eorum vitam terrent; homines autem in paupertate vitam degentes nullius (“nessuno”, gen. m.) inimici invidiam movent eorumque vita tuta est et placida.
Paradigmi
facio, facis, feci, factum, facere
gravo, gravas, gravavi, gravatum, gravare
porto portas, portavi, portatum, portare
incedo, incedis, incessi, incessum, incedere
iacto, iactas, iactavi, iactatum, iactare
sperno, spernis, sprevi, spretum, spernere
erumpo, erumpis, erupi, eruptum, erumpere
vulnero vulneras, vulneravi, vulneratum, vulnerare
diripio, diripis, diripui, direptum, diripere
neglego, neglegis, neglexi, neglectum, neglegere
accipio, accipis, accepi, acceptum, accipere
fleo fles, flevi, fletum, flere
dico, dicas, dicavi, dicatum, dicare
evenio, evenis, eveni, eventum, evenire
amitto, amittis, amisi, amissum, amittere
doceo doces, docui, doctum, docere
excito excitas, excitavi, excitatum, excitare
sum , es fui , esse
terreo, terres, terrui, territum, terrere
dego, degis, degi, degere
moveo, moves, movi, motum, movere
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