Come risaliamo agli 0.56 grammi di sostanza persa?

Quercioli: Per recuperare la sostanza potrei ad esempio eseguire l’ esperimento in un abiente chiuso, come ad esempio un distillatore: nel distillatore posso raccogliere le sostanze presenti nell’ aria dopo che si sono condensate.

Fantechi: prendiamo una specie di palloncino e lo mettiamo sopra alla sostanza, perché dopo l’ esperimento si abbia in qualche modo “isolato “ la sostanza mancante, per poi lavorarci.

Bovagnet: Potremmo provare ad estrarre il gas generato con una siringa, per poi analizzarlo.

Visioniamo il video della prof “Bagno pneumatico” presente su YouTube

Innanzitutto, osserviamo lo strumento utilizzato.

Notiamo inizialmente un becco Bunsen. Sopra di esso c’è un palloncino, sorretto da reticella su treppiedi.

Il palloncino è in posizione eretta grazie alla base metallica.

Dentro il palloncino è presente carbonato di magnesio.

Sopra il palloncino c’è un tappo forato, che fa sfociare l’ aria in un tubicino di gomma.

Il tubicino di gomma arriva sotto il cilindro.

Dopo pochi secondi iniziano ad emergere bollicine nel cilindro.

La storia di questo metodo

Il reverendo Hales, nel 1700, ha utilizzato lo stesso metodo con lo stesso genere di strumentazione per risalire all’ invisibile.

Questo metodo è stato chiamato bagno pneumatico, ed era già stato utilizzato per esperimenti con altre sostanze.

Si passa da un metodo fenomenologico induttivo ( dall’ osservazione vengono costruiti dei concetti ) ad un metodo oltre l’ apparenza, siccome apparentemente con la calcinazione non è successo niente, in questo caso lo scienziato deve andare oltre l’ apparenza fenomenologica, teorizzare ipotesi ed eseguire esperimenti per provare la veridicità delle ipotesi.

Questo è ciò che abbiamo fatto prima di eseguire l’ esperimento, infatti Bovagnet e Fantechi avevano ipotizzato metodi molto simili.

Con la costruzione del bagno pneumatico si inizia ad interrogare la natura, oltre il visibile. Hales ha già in mente che si sia liberato qualcosa di invisibile, e vuole provarlo con questo esperimento.

Black scopre ed identifica il primo tipo di aria, nel 1755.

Domanda:

Come potremmo capire che tipo di aria è contenuto nel cilindro?


Ballini: per capire che tipo di aria è potremmo fare gli esperimenti già eseguiti all’ inizio del percorso, con le siringhe e le prove di immersione, per vedere in che maniera si comporta e si comprime.

Bovagnet: Potremmo provare ad eseguire la combustione con quest’ aria, per vedere se brucia o no. Secondo me ci sono tipi di aria che possono anche alimentare la combustione.

Fanciullacci: Potremmo inserire l’ aria in un altro becker pieno d’ acqua, e segnarci dove arriva con un pennarello.

Prof: secondo voi io vedrei bollicine nel cilindro, se lo collegassi solo ad aria riscaldata?

Noferini: Sì, poiché l’ aria riscaldata si dilata.

Prof: sì, infatti prima di mettere il tubicino all’ interno del cilindro l’ ho scollegato per far uscire l’ aria calda, poi l’ ho inserito nel cilindro. Ti dico che la densità di questa aria prodotta è diversa da quella presente in atmosfera.

Saluti e altre cordialità.