Andrea, Simone, Lorenzo, Giulia

Rispondiamo in un lavoro di gruppo alle domande che ci ha assegnato il professore su un testo di Sallustio, Bellum Iugurthinium.

Testo originale

LXXXV

5 «Comprendo, Quiriti, che gli occhi di tutti sono rivolti a me, che i giusti e gli onesti mi sostengono, perché i miei successi tornano a vantaggio della repubblica, che la nobiltà, invece, è pronta ad attaccarmi. […]

10 Voi mi avete incaricato di condurre la guerra contro Giugurta, provocando grave scontento nella nobiltà. Vi prego di riflettere bene e di vedere se non sia meglio cambiare parere destinando a questo incarico, o ad un altro simile, qualcuno della cerchia dei nobili, un uomo certo di antico lignaggio e ricco di ritratti di antenati, ma privo di esperienza militare […]

13 Ora, Quiriti, mettete a confronto me, uomo nuovo, con la superbia di questa gente. Ciò che costoro sono soliti udire o leggere, io in parte l’ho visto con i miei occhi, in parte l’ho fatto personalmente. Ciò che essi hanno imparato sui libri, io l’ho imparato con il servizio effettivo. 14 Ora giudicate voi se valgono più i fatti o le parole. […]

15 Io ritengo che la natura sia unica e comune a tutti: è il valore che crea la vera nobiltà. […]

18 Sono invidiosi della mia carica: lo siano dunque anche delle mie fatiche, della mia rettitudine, dei pericoli che ho affrontato, perché solo grazie a questi ho ottenuto il consolato.

[…]

21 E anche quando parlano dinanzi a voi o in Senato, in quasi tutti i discorsi esaltano i loro antenati: credono di nobilitare sé stessi ricordando le imprese di quelli.

22 Ma è proprio il contrario: quanto più fu gloriosa la vita dei loro antenati, tanto più è vergognosa la loro indolenza.

23 E non può essere che così: la gloria degli antenati è come una luce che splende sui discendenti e non lascia nell’ombra né i loro vizi né le loro virtù.

24 Confesso, Quiriti, che per me questa luce non splende. Ma ho un privilegio che mi fa molto più onore: posso parlare di imprese che io stesso ho compiuto. […]

29 Io non posso, per conquistare la vostra fiducia, vantare ritratti o trionfi o consolati dei miei antenati, ma se necessario, posso mostrare lance, stendardi, falere, altre decorazioni militari, e infine le cicatrici che mi attraversano il petto.

30 Questi sono i miei ritratti, questa è la mia nobiltà: non mi è stata lasciata in eredità come la loro, ma l’ho conquistata a prezzo di innumerevoli fatiche e pericoli. 31 Le mie parole non sono forbite, ma non me ne curo. La virtù parla da sola. Gli orpelli servono a loro, che debbono ammantare di belle parole le loro azioni vergognose.


Risposte alle domande


1) Nel suo discorso, Mario si sta rivolgendo ai Quiriti. Con l’aiuto del web e di un dizionario latino, sapreste spiegare questa parola? A chi sta parlando Mario?

Abbiamo cercato il nome Quiris sul Dizionario Latino Olivetti, e la sua prima traduzione è: Quirite, cittadino romano

Inoltre abbiamo trovato la stessa definizione sull’ enciclopedia Treccani.


2) Mario afferma che l’aristocrazia romana era molto contrariata per il fatto che lui avesse ottenuto il comando della guerra contro Giugurta. Facendo riferimento anche alle vostre conoscenze, illustrate perché la nobiltà provava tali sentimenti verso Mario.

Visto che Mario aveva esercitato per diversi anni la carica di console, che apparteneva al partito dei populares, in contrasto con quello degli optimates di cui faceva parte la nobiltà, ed era un homo novus, era considerato un pericolo dai nobili.


3) Nelle parole di Mario si legge un’idea contraria alla tradizione della repubblica romana, che si basava su ordini ai quali si apparteneva per nascita. Di quale idea si tratta?

[…] Io ritengo che la natura sia unica e comune a tutti: è il valore che crea la vera nobiltà.[…]

L’ idea di Mario, sopracitata , considera la nobiltà prodotto del valore dimostrato da un individuo e non della sua discendenza.


4) Mario “confessa” che su di lui non splende la luce degli antenati. Perché afferma questo?

Essendo Mario un homo novus, non aveva antenati di cui narrare le imprese nobili, quindi definì la propria nobiltà con imprese eroiche.


5) Sallustio contrappone la figura di Mario alla nobilitas: quale giudizio sulla classe dirigente romana lo storico intende trasmettere?

Sallustio cerca di mettere in cattiva luce la nobiltà romana, sancendo un giudizio severo sui nobili, facendo intendere che non meritano di esserlo solo grazie alle imprese degli antenati:

credono di nobilitare sé stessi ricordando le imprese di quelli.

quanto più fu gloriosa la vita dei loro antenati, tanto più è vergognosa la loro indolenza.

questa è la mia nobiltà: non mi è stata lasciata in eredità come la loro

qualcuno della cerchia dei nobili, un uomo certo di antico lignaggio e ricco di ritratti di antenati, ma privo di esperienza militare

Sono invidiosi della mia carica

mettete a confronto me, uomo nuovo, con la superbia di questa gente.


Dai brani proposti emergono aspetti che caratterizzano Mario come homo novus e leader dei populares? Rileggete rapidamente i testi e selezionate le frasi che vi sembrano più significative in tal senso.

Ecco le frasi che ci sono sembrate più significative nel caratterizzare Mario come homo novus e leader dei populares

Verso Frase
30 Questi sono i miei ritratti, questa è la mia nobiltà: non mi è stata lasciata in eredità come la loro, ma l’ho conquistata a prezzo di innumerevoli fatiche e pericoli.
13 Ora, Quiriti, mettete a confronto me, uomo nuovo, con la superbia di questa gente. Ciò che costoro sono soliti udire o leggere, io in parte l’ho visto con i miei occhi, in parte l’ho fatto personalmente. Ciò che essi hanno imparato sui libri, io l’ho imparato con il servizio effettivo.
5 Comprendo, Quiriti, che gli occhi di tutti sono rivolti a me, che i giusti e gli onesti mi sostengono, perché i miei successi tornano a vantaggio della repubblica, che la nobiltà, invece, è pronta ad attaccarmi.