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Storia di Michelangelo, analisi dell'autoritratto e della Pietà
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Michelangelo nasce artisticamente nel giardino di San Marco, un giardino predisposto alla nuova linfa vitale artistica dove i ragazzini copiavano le copie romane di statue antiche, come quelle greche. Viene individuato ed apprezzato fin da giovane. Michelangelo considera la scultura il “fare arte” d’eccellenza e ritiene secondarie tutte le altre arti. Disprezza ancor di più i pittori, poiché ritiene la pittura un’arte di terza classe. Troviamo questo negli scritti di Vasari.
Michelangelo disegna tantissimo, molti schizzi preparatori come Leonardo. Si nota uno stile simile a quello Leonardiano, dove ci sono molteplici prove dello studio anatomico anche nello stesso foglio. Una predilezione che ha nel rappresentare il corpo maschile lo vede considerare il corpo femminile in una maniera un po’dura, con, nella Cappella Sistina, donne molto muscolose e poco aggraziate.
Anche lui crea un rapporto personale con la sua committenza, come Raffaello, subito viene portato all’apice del successo ma per il suo carattere burbero, scontroso e chiuso, parlerà solo con il Papa e pochi altri eletti accuratamente selezionati. Si rappresenta un corpo ipertrofico, con una muscolatura accentuata.
I punti importanti della sua ricerca artistica vengono raccolti da Donatello, con cui si può confrontare tranquillamente.
Pietà di Michelangelo #
La pietà di Michelangelo. Si nota uno studio molto accurato, della accuratezza con cui viene rappresentato fluentemente il cristo morto ed uno studio delle espressioni della Madonna. Una volta realizzata la scultura e posta dove era predestinata, Michelangelo si rende conto che non ha scritto nome e cognome, dunque scrive la firma sulla fascia che la Madonna ha sul corpo. Il volto della madonna è eccessivamente bello e giovane, incompatibile con il volto dell’uomo morto, suo figlio, a 33 anni. È una scelta stilistica perché il volto della Madonna è un rimando a una bellezza aulica, ideale, fuori dal tempo.