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Vita di Cicerone in breve, stile delle orazioni ed ascesa politica

·920 parole·5 min·

Cicerone vive in un periodo storico della repubblica romana in cui avvengono diverse crisi che vanno ad influenzare la sua formazione, soprattutto il suo lavoro. Cicerone come figura nasce come avvocato, il suo ruolo è perorare le cause in tribunale. Cicerone, ad esempio, ha anche partecipato al processo relativo allo scandalo di Clodia, avvocato di coloro che si devono difendere da accuse di eventuali avvelenamenti che potrebbero aver portato alla morte del marito Clodio, accusando invece la moglie, Clodia.

Innanzitutto, Cicerone deve sfruttare l’emotività del pubblico, per difendere il suo cliente. Deve costantemente studiare ed aggiornare la tecnica per parlare in pubblico, per scrivere discorsi, la retorica.

Cicerone nasce nel 106 a.C. da una famiglia del ceto equestre, appartenente allo schieramento degli optimates. Infatti Cicerone considererà gli optimates gli unici che possano preservare la res publica ed i valori romani, baluardo contro possibili attentatori alla vita della repubblica come Cesare e Catilina.

Cicerone può viaggiare, venire a conoscenza delle migliore tecniche di orazione, e nasce in una famiglia di estrazione sociale alta. Si reca a Rodi, per apprendere le diverse tecniche di svariate menti brillanti, fonderle insieme e derivarne un suo metodo.

Secondo una corrente di pensiero, l’asianesimo ci sono parole auliche da utilizzare, un ritmo stabilito da tenere ed infine un lessico elevato. Cicerone aveva già studiato questa tecnica retorica a Roma. Invece, secondo la scuola opposta, che si chiama atticismo, appresa presso Rodi in Grecia bisogna utilizzare frasi brevi, un linguaggio semplice ed evidenziare l’essenzialità delle cose.

Dopo il ritorno in Italia, Cicerone inizia la sua ascesa in politica. Si mette in mostra come avvocato nel ruolo di questore, nelle orazioni contra Verrem. Verre, governatore della Sicilia, era stato accusato di aver utilizzato i soldi pubblici in modo inappropriato, dunque viene portato in tribunale. Verre, a processo, viene accusato da Cicerone, che depone come parte civile, e riesce a vincere l’orazione ed acquisire influenza a livello territoriale, poiché Verre era difeso dal più grande avvocato dell’epoca. Il linguaggio di Cicerone nelle seguenti orazioni è ampolloso, retoricamente gonfio.

I testi che abbiamo da Cicerone, principalmente Orazioni, trattano del comportamento di una persona, sono state pensate da Cicerone, perorate da lui ed infine manipolate dopo l’orazione, con un fine editoriale, ed una forma perfezionata, con un rispetto della grammatica severo.

Dopo l’esperienza da questore della Sicilia, inizia la sua scalata politica, diventa pretore e poi console, ruolo importantissimo perché si trova in senato e può ricoprire delle cariche. Si ritrova console a discapito di Catilina, quando Catilina sconfitto nelle elezioni pianifica il colpo di stato. Nel 63 a.C. viene scoperta la congiura, dunque Cicerone emette multiple orazioni contro la congiura, per preservare l’idea della repubblica e la stabilità politica.

Persone come Catilina e Cesare, interessati a sovvertire il potere della repubblica, devono essere messi da parte, secondo Cicerone. Bruto invece, nella causa, ha giustificato l’omicidio politico per il benessere della repubblica e il rispetto della tradizione romana.

L’obiettivo di Cicerone era garantire la concordia ordinum, concordia della classe equestre, che doveva portare al benessere dello stato. Per essere una repubblica romana a tutti gli effetti senza lotte interne, era necessario il governo della classe equestre.

Nel 45 a.C. muore sua figlia Tullia e si separa dalla moglie. Cicerone inizia ad occuparsi della filosofia, che per lui fungeva come una sorta di medicina, un farmaco per alleviare i dolori legati all’aspetto sentimentale e familiare. La medicina è un rimedio per alleviare il dolore di questi momenti.

Dopo tiene 14 orazioni contro Marco Antonio, che vengono chiamate filippiche; il nome deriva da Filippo di Macedonia, il padre di Alessandro Magno, argomento che era stato trattato da Demostene, che pronuncia orazioni contro l’operato di Filippo di Macedonia, così come Cicerone le scrive contro Marco Antonio, con l’intenzione di pubblicarle e diffonderle. Marco Antonio contende il potere ad Augusto, ma ancora nessuno dei due prevale sull’altro.

In queste circostanze Marco Antonio stila le liste di proscrizione, liste di nemici dello stato da uccidere in cambio di una taglia. Cicerone viene catturato, in cambio di soldi, e la sua testa e le sue mani vengono esposte nel foro come simbolo.

Scritti di Cicerone #

Orazioni #

Nella parte principale della sua esistenza, dedica ad esse la maggior parte del suo lavoro, ed investe molta tecnica nella scrittura di esse.

Opere retoriche #

Si tratta di una sorta di manuali, su diversi argomenti che riguardano la retorica. Come essere un bravo oratore, un bravo avvocato, come gesticolare in pubblico, le finalità di un’orazione. Si tratta quindi di manuali tecnici.

Opere filosofiche #

Scritte dopo il difficile momento della sua vita, legato alla sfera sentimentale. In esse parla di come la filosofia sia l’unico modo per sopravvivere ad alcuni eventi familiari, come la morte di sua figlia per parto. Inoltre parla della filosofia come rimedio intimo per i dolori.

Opere politiche #

Una si chiama il de republica e l’altra de legibus. Cicerone riprende quindi il titolo delle opere di Platone e le riscrive in chiave sua.

Epistolario #

Francesco Petrarca ritroverà l’epistolario di Cicerone, nei suoi studi nelle carte della biblioteca.

All’inizio non si può pensare che il tono delle lettere sia della stessa persona che ha scritto le filippiche, poiché lo stile e la profondità d’animo sono totalmente diversi: infatti sembra difficile attribuirlo a Cicerone.

L’epistolario non doveva essere pubblicato, ma doveva restare confidenziale, dunque Cicerone non badava alla forma ed alle regole grammaticali. Infine nelle lettere familiari si trova un trasporto emotivo diverso, rispetto a quello delle orazioni in cui bisogna attaccare nemici comuni.