- Benvenuti nel nido del cuculo/
- Compiti ed Appunti Scolastici/
- Versioni e appunti di Latino/
- Versione 16 a pagina 448, una famiglia terribile (seconda parte)/
Versione 16 a pagina 448, una famiglia terribile (seconda parte)
Tabella dei contenuti
Introduzione #
Traduci il seguente brano d’autore.
Una famiglia terribile (II)
Anche Pelope fu protagonista di efferatezze: innamorato della crudele Ippodamia, non esitò a un patto scellerato per vincere la gara con Enomao, quindi eliminò Mirtilo.
Vai alla traduzione di Una famiglia terribile (I)
Testo latino originale #
Multis iam ab Oenomao interfectis, Pelops Tantali filius cum apud eum venisset et capita humana super valvas fixa vidisset eorum, qui Hippodamiam in uxorem petiĕrant, desperare de vita sua incepit et, regis crudelitatem timens, ex Hippodamiae consilio, quae, subito amore capta, patrem occidere non dubitavit, fraudem regi fecit: cuius aurigae, cui Myrtilo nomen erat, persuasit ut sibi auxilium praeberet et promisit regnum ei dimidium concessurum esse, certamine victo. Qua fide data, Myrtilus, omnibus ut ex consuetudine paratis, currum iunxit, sed clavos in rotas non coniecit; itaque equis incitatis currum defectum Oenomai equi distraxerunt. Pelops cum Hippodamia et Myrtilo domum victor cum contenderet, cogitavit sibi opprobrio futurum esse hoc foedus et Myrtilo fidem praestare noluit (“non volle”), eumque in mare praecipitavit, a quo Myrtoum pelagus est appellatum. Hippodamiam in patriam adduxit suam quod Peloponnesum appellatur; ibi ex Hippodamia procreavit Hippalcum, Atreum et Thyestem.
Traduzione latino italiano #
Dopo che ormai molti erano stati uccisi da Enomao, Pelope, figlio di Tantalo, essendo giunto presso di lui e avendo visto conficcate sopra i battenti di una porta le teste umane di coloro che avevano desiderato Ippodamia in matrimonio, egli (Pelope) iniziò a perdere ogni speranza riguardo alla sua vita e poiché temeva la crudeltà del re, su consiglio di Ippodamia, la quale, impossessata immediatamente dall’amore, non indugiò di uccidere il padre, tesse un inganno al re: e indusse l’auriga del re,che aveva il nome di Mirtilo affinchè offrisse aiuto a sé, e promise, vinta la gara,che la metà del regno sarebbe stata concessa a lui.
Giurata dunque fedeltà, Mirtillo, dopo che tutto era stato preparato come da consuetudine, attaccò il carro, ma non incastrò i chiodi nelle ruote;di conseguenza,aizzati i cavalli,essi disgregarono il carro deperito di Enomao.
Pelope, dirigendosi come vincitore in patria con Ippodamia e Mirtilo, pensò che questo patto sarebbe stato con vergogna per egli e non volle prestare fedeltà a Mirtilo,e fece cadere in mare quello,da qui il mare fu chiamato Mirto. (Pelope) condusse Ippodamia nella sua patria che è chiamata “Peloponneso”; in quel luogo generò da Ippodamia Ippalco, Atreo e Tieste.