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Versione 13 a pagina 446, una famiglia terribile (prima parte)
Tabella dei contenuti
Introduzione #
Traduci il seguente brano d’autore.
Una famiglia terribile (I)
Tantalo non esitò a uccidere e a offrire come vivanda agli dèi il figlio Pelope, che fu resuscitato e dotato di una spalla d’avorio, in sostituzione di quella perduta. Enomao sfidava a una mor tale gara di quadrighe chiunque chiedesse la mano della bella figlia Ippodamia.
Testo originale #
Pelops, qui Tantali et Diönae, Atlantis filiae, filius erat, cum esset in epulis deorum a Tantalo caesus ac sicut esca a ministris praebitus, bracchium eius Ceres, quae Proserpinae defectu compos sui non esset, consumpsit. Puero, a deorum numine vita recepta, cui cetera membra, ut fuerant, aptata rursus erant praeter umerum, lacertum eburneum eius partis loco Ceres adiunxit. Oenomaus, Martis et Asteropes Atlantis filiae filius, habuit in coniugio Euaretem, Acrisii filiam, ex qua procreavit Hippodamiam. Virginem, quae eximiae formae esset, pater nulli (“a nessuno”) ideo dabat in coniugium, quod ei responsum fuit a genero mortem cavere. Itaque, cum multi eam peterent in coniugium, constituit simultatem (“una sfida che”, + infinitiva) se ei daturum esse, qui secum quadrigis certasset victorque exstitisset (traduci con il cong. impf.). Victos necesse erat ei capite (“con la vita”) solvere iniuriam. (da Igino)
Traduzione latino italiano #
Pelope, figlio di Tantalo e Dione, figlia di Atlante, fu ucciso da Tantalo e offerto come vivanda dai servi in un banchetto degli dei. Cerere, che non era padrona di sé per la scomparsa di Proserpina, ne mangiò un braccio. Quando il fanciullo ricevette dalla potenza divina la vita e gli furono riadattate le membra, come erano state, tranne l’omero, Cerere gli aggiunse un braccio d’avorio al posto di quella parte del corpo. Enomao, figlio di Marte e Asterope, figlia di Atlante, ebbe in sposa Euarete, figlia di Acrisio, dalla quale generò Ippodamia. Il padre non dava a nessuno in moglie la vergine, di rara bellezza, perché gli era stato risposto da un oracolo di guardarsi dalla morte di cui sarebbe stato responsabile il genero. Quindi, chiedendola molti in matrimonio, istituì una sfida che l’avrebbe concessa a chi avesse gareggiato con lui in una corsa di quadrighe e ne fosse uscito vincitore. Era inevitabile che i vinti gli pagassero l’affronto con la vita.