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Giordano Bruno, il filosofo più matto della storia

·443 parole·3 min·

La nostra prof ha definito Giordano Bruno “il filosofo più matto della storia della filosofia” poiché egli non ritirò mai le sue tesi, anche a costo della morte. Giordano Bruno fu accusato di eresia e bruciato vivo nel Campo dei Fiori a Roma.

Vita di Giordano Bruno #

Dice infatti una cosa che suona come una vera e propria eresia: l’universo è infinito e non finito. Viene scomunicato da cattolici, calvinisti e luterani. Nel 1600 mentre viene bruciato sul rogo guarda con segno di sfida il crocifisso, senza rinnegare le sue opinioni.

Va a Venezia, Napoli, aveva tolto il crocifisso dalla sua cella, metteva in dubbio la trinità divina. Personaggio controverso. Si sposta in Italia, in Europa, in Francia. Va a Parigi, incontra Enrico III.

L’eroico furore, la sua opera più celebre, tratta del tema dell’infinito.

Giordano Bruno torna in Francia, poi va a Wittenberg, scrive opere di filosofia, metafisica, latino.

Il libro cita “gli innumerabili”, ”l’immenso” “l’infigurabile” e qui viene scomunicato dalla chiesa Luterana.

Giordano Bruno teorizza un nuovo concetto di panteismo, dottrina secondo cui dio coincide con tutto ciò che esiste. Questa forma di panteismo, quasi quantica non viene prevista al tempo.

Secondo Giordano Bruno

Il centro è dappertutto e da nessuna parte: l’universo è una sfera senza limiti, la circonferenza intesa come superficie della terra non è da nessuna parte, l’universo è infinito e non ha nessun senso, è unitario, omogeneo.

Giordano Bruno rifiuta il mondo sublunare ed etereo di Aristotele, con la sua visione panteista. Secondo Bruno

L’universo pulsa di vita, tutto ha un’anima del mondo che vivifica tutto ciò che esiste. L’uomo vive in unità con la natura e la magia riconduce la molteplicità sull’unità. Essa permette di agire sul singolo per ottenere effetti sul tutto. Identifica Dio con la Natura e l’uomo con l’Uomo. La magia riconduce il particolare all’universale.

Mito di Atteone sbranato dai cani. #

Giordano Bruno scrive il mito di Atteone nell’ Eroico Furore per alludere alla figura del filosofo.

Atteone cacciava il cervo con i suoi cani. Entra in una foresta, vede una donna nuda, viene trasformato in un cervo, da cacciatore diventa preda, i cani non lo riconoscono e lo sbranano. Il filosofo è Atteone, che cerca la natura.

L’uomo è capace di agire nel mondo attraverso la virtù, condanna la passività, negli eroici furori parla di una follia che chiama divina che spinge gli uomini a fare delle opere grandi, l’”eroico furore”: la follia eroica come atto virtuoso per andare contro il vizio, la tendenza all’ozio, per tirare fuori l’arte più passionale e diventare tutt’uno con la natura stessa.

Si cerca il ruolo che l’uomo, teso alla conoscenza, ha nell’universo infinito.