Il concetto di Utopia, Tommaso Moro
Utopia deriva da Utopos, termine inventato da Tommaso Moro (Thomas Moore) nel 1516.
u+topos, dal greco significa “Nessun luogo” mentre eu+topos significa “Bel luogo”. Tommaso Moro conia “Eutopia”, dunque, mettendo insieme i mattoncini di base, otteniamo “Luogo che non esiste migliore della realtà stessa”.
Platone aveva già elaborato una sua utopia, si trattava di un regime comunista governato dai filosofi, coloro che erano guidati dal cavallo bianco e dal nero in parti euguali. Era vietata la proprietà privata. I guerrieri erano coloro che avevano propensione dell’anima, ossia il cavallo nero.
L’utopia è un sogno irrealizzabile, una realtà metafisica.
Moore però ricopre cariche pubbliche per Enrico VIII, ipotizzando un’utopia moderna.
Si tratta di una proposta per superare la contingenza, un modello che dovrebbe essere di esempio per il sovrano, che ne guida l’azione politica, che diventa necessario.
L’utopia è una città immaginaria, proiezione di una possibile soluzione ad un problema concreto, in quella di Moore per funzionare il popolo deve essere:
- tollerante
- razionale
- giusto
- pacifico
Così come la società governata e la stessa soluzione proposta. La religione non ha molta importanza ed il sapere ha un ruolo privilegiato (Moore e Bacone) trattandosi dell’espressione della razionalità umana, credenza ereditata da umanesimo e rinascimento. Il sapere massimo è la filosofia.
Nota: Questa è una copia degli appunti presi da una mia compagna mentre ero assente